Equo compenso ?
Sono allibito:
Ho letto nei giorni scorsi che, anche se le vendite della musica online stiano continuando ad aumentare (nonstante la crisi che sembra aver fermato tutto il resto) le major continuano ad accusare di avere enormi perdite (o, meglio “mancati introiti”) che imputano alla pirateria.
La proposta per rientrare da queste “perdite” e’ quella di introdurre una nuova tassa sulle connessioni a banda larga: un altro “equo compenso” che si va a sommare a quello che viene pagato alle major per ogni dispositivo di archiviazione che viene venduto (HD, memorie flash, DVD, CD, BR, lettori mp3 ecc..).
Se da una parte penso che questa tassa potrebbe danneggiare chi (e penso siano la maggioranza) continua ad acquistare i brani (i cd, i film, i giochi…) in maniera legale, dall’altra penso che questa tassa potrebbe essere l’occasione di aprire una nuova strada per rendere piu’ libero internet: se pagando una quota mensile (ragionevole) ottenessi il diritto di scaricare e di ascoltare qualunque brano (ma la stessa cosa vale per i film ed i giochi) senza dover pagare nulla a nessuno.. sarebbe un risultato fantastico.
Staremo a vedere cosa combineranno..
Stay tuned !
visto ke pagando la SIAE per i supporti vuoti NON OTTIENI il diritto di copia, non vedo come sia possibile ke pagando quest’altra “tassa” lo si possa ottenere o si possa ottenere il diritto a scaricare ciò ke si vuole….
è solo un modo per spillare soldi accusando la pirateria di qualkosa (ke secondo me) nn è stato ankora seriamente studiato…
(es. Nero Burning Rom sarebbe così famoso/fruttifero se nn fosse sempre stato disponibile il crack?!)
E’ vero che le digital sales stanno aumentando, ma non abbastanza per controbilanciare il calo di vendite dei CD. Il totale delle vendite, sia fisiche che online, sta calando di oltre il 10% all’anno e il totale del mercato è oggi $4 miliardi al di sotto del picco raggiunto nel 1999 ( fonte: http://www.portfolio.com/views/blogs/daily-brief/2008/04/28/music-sales-grow-music-industry-shrinks )
Quindi è vero che le major sono in reale crisi. Uno dei business model più innovativi è quello che hanno provato Microsoft con lo Zune e ora Nokia con un cellulare nuovo, in cui comprando il dispositivo un utente paga una sorta di flat fee iniziale. In un certo senso anche Apple ha fatto lo stesso, creando profitti sulla vendita degli ipod, e creando un business a margine 0 o quasi sulle canzoni di iTunes.
Beh, ascoltare (più o meno) qualunque brano, lo puoi fare già adesso, in modo legale.
Conosci Deezer? http://www.deezer.com/it
A me questo sito ha cambiato la vita!
Di certo non mi piacerebbe un ulteriore “equo compenso”: preferisco le formule ad abbonamento, tipo quelle di Dada oppure Emusic (un tot al mese per un tot di brani). Con Deezer mi faccio enormi playlist, poi i brani che mi piacciono li compro su itunes oppure (se l’album è proprio tutto bello bello) su cd.
@Sir_leon:
In effetti la mia e’ solo una (vana) speranza =)
@Tito:
Sono d’accordo sul fatto che le vendite sono calate, ma non sono sicuro che siano calati i loro profitti. Vendere un mp3 per una casa discografica e’ davvero a costo 0: ci saranno anche economie di scala, ma le spese sulla vendita di un cd sono sicuramente maggiori (devi pagare il supporto fisico, lo stoccaggio, il trasporto, il ricarico del grossista e del venditore..).
Credo che le Major debbano arrendersi al fatto che devono tirare la cinghia e che il mercato adesso e’ cambiato. Paradossalmente se si fossero messe a vendere gli mp3 come suonerie del telefono in abbonamento (tipo il “gatto virgola”) avrebbero, almeno in Italia, un parco utonti sterminato ed un nuovo mercato.
Sarei favorevole ad una sorta di abbonamento che ti permetta di scaricare tutto quello che vuoi, ma deve essere assolutamente sicuro che poi tutta la musica che vuoi e’ tua e nessuno puo’ dirti niente: che siano 10 o 10 milioni di brani.
@Max
No, Deezer no lo conoscevo, ma utilizzo spesso grooveshark che mi sembra abbastanza simile. Grazie comunque per il suggerimento.
Una nuova tassa non piacerebbe nemmeno a me anche se, come dicevo sopra, portasse ad avere diritti sulla musica scaricata, potrebbe essere un idea.
Io ho comprato qualche album su iTunes ma sono rimasto delusissimo dalla qualita’ davvero ridicola (128kb/s) dei brani che sono venuti giu’. Ho letto che da quando e’ stato rimosso il DRM la qualita’ dovrebbe essere aumentata, ma non ho ancora provato.
Hai ragione su grooveshark, ma io lì pesco più difficilmente la musica che invece trovo in abbondanza su Deezer. Ma sì, tutti questi sistemi di musica in streaming si integrano (quello che non si trova su uno si trova sull’altro) per la gioia di noi ascoltatori. Hai ragione anche sulla qualità media della musica di iTunes, ma spesso semplicemente non mi posso permettere un cd dove ci sono solo uno-due brani che mi piacciono. Così opto per uno store musicale (emusic in primis) che mi permette di spiluccare quà e là, risparmiando.
Premetto che non sono qui per difendere le majors.
Sto ultimando la mia tesi di laurea in Economia su di una piccola etichetta indipenente e mi sono trovato ad analizzare una serie di datisul mercato della musica registrata e sulle tendenze più o meno evidenti dello stesso.
La musica in formato digitale si sta sviluppando in tutto il mondo ma con grandi differenze tra paese e paese . In Italia il giro d’affari generato dalle vendite di musica in formato digitale nell’ultimo biennio è rimasto sostanzialmente invariato . In altri paesi la fonografia digitale si è sviluppata maggiormente, ma occorre tenere a mente che negli USA, che sono il paese iù all’avanguardia in questo campo, il 75% del mercato è costituito ancora dalla musica su supporto fisico . Negli altri mercati mondiali il digitale rappresenta solo una piccola fetta del mercato . In Italia il mercato della msica su supporto fisico rappresenta l 91% el mercato della musica registrata .
Pertanto, nonostante un tendenziale sviluppo mondiale delle vendite di musica digitale, il fatturato da esse generato non è in rado di compensare la profonda flessione delle vendite di supporti fisici . Per questo motivo le etichette fonografiche si trovano in difficoltà . Sono in atto dei cambiamenti in grao di modificare in modo permanente le regole del gioco competitivo e le majors, che possono far sentire la propria voce, cercano delle soluzioni come la tassa di cui hai parlato .
E’ vero che non ci sono dati certi ed attendibili sulla irateria, poichè, ovviamente, il consumo di musica non originale o ottenuta in maniera illegale sfugge alle normli rilevazioni di mercato . Tuttavia, osservando alcuni dati inseriti all’interno di vari rapporti sull’industria della comunicazione in Italia (adopera della fondazione Rosselli ed editi da Guerini), mi sono reso conto che le vendite di musica in formato “singolo” si sono drasticamente ridotte nel corso degli ultimi anni . Dal momento che con i vari programmi di file sharing ciò si scaricano prevalentemente singoli files, il calo delle vendite di singoli potrebbe essere imputabile proprio alla larga diffusione di software in grado di effettuare download illegali di file musicali . Non si hanno dati precisi, ma è lecito pensarlo..
Boh, la mia l’ho detta..
Ciao a tutti!